La scheda

LA SCHEDA

I dati relativi a ciascuna “Scheda” sono suddivisi in quattro sezioni:

– DOCUMENTO
– RILEVAZIONE
– SUPPORTO
– SCHEDATURA

Nella compilazione dei campi di ciascuna sezione sono stati adottati precisi criteri catalografici, alcuni dei quali necessitano di un approfondimento.

Nella sezione DOCUMENTO:

Ogni singolo “documento” (intervista, racconto, racconto formalizzato, brano recitato, cantato, suonato, etc.) viene schedato attraverso una serie di voci che lo individuano e che costituiscono una griglia variamente determinabile da utilizzare per la ricerca:

– campo TITOLO CONVENZIONALE

Elemento fondamentale per poter effettuare ricerche incrociate. Ad ogni documento viene assegnato un “titolo convenzionale” che consenta la messa in relazione con le relative varianti (alpine, italiane ma anche di tutta l’area romanza) presenti in APTO ma anche in altri archivi di aree limitrofe. Per il repertorio narrativo epico-lirico vengono mutuati i titoli convenzionali della raccolta Nigra (Nigra 1888). Per i canti più recenti, qualora siano già presenti nell’archivio AESS della Regione Lombardia vengono adottati i relativi titoli convenzionali (fin dalla fondazione, APTO fa riferimento ai collaudati criteri metodologici del pionieristico archivio AESS, fondato nel 1972 dal decano dell’etnomusicologia italiana Roberto Leydi). Per i canti di questua del periodo natalizio-epifanico vengono mutuati i titoli convenzionali dello studio trentennale “Stelle, Gelindi, tre Re” (Morelli 2014). Per i canti che non rientrano in queste tre categorie viene infine assegnato di volta in volta un titolo convenzionale “originale”. Tutti i titoli convenzionali sono contenuti nel thesaurus del relativo menu tendina nella home page.

– campo GENERE

La codificazione in “generi”, concepita in analogia alla classificazione dei generi letterari, presuppone che tutta la tradizione orale di un’area storico-linguistica (che presenta necessariamente zone di contatto e di sovrapposizione con le aree storico-linguistiche confinanti) formi un vero e proprio sistema, cui concorrono forme standardizzate e riconoscibili. Tutti i “generi” individuati nell’archivio APTO sono contenuti nel thesaurus del relativo menu tendina nella home page.

– campo MODALITA ESECUTIVA

Tutti le “modalità esecutive” individuate nell’archivio APTO sono contenute nel thesaurus del relativo menu tendina nella home page

– campo INCIPIT

Testo iniziale della prima strofa. Spesso gli incipit di uno stesso canto variano sensibilmente, presentando inflessioni dialettali locali, varianti significative del testo, oppure semplicemente saltando alcune strofe iniziali. Proprio per questo è fondamentale il titolo convenzionale al fine di rendere possibili raffronti e ricerche incrociate con la successione di varianti che afferiscono ad uno stesso titolo convenzionale.

– campo PRESENTAZIONE
Il campo “Presentazione” riporta notizie sulla tipologia del documento orale, la sua diffusione, la sua presenza o meno in edizioni a stampa, un breve riassunto del contenuto.

– campo TESTO DESUNTO
I testi dei documenti orali non sono, per loro natura, destinati alla lettura: parole e musica costituiscono un’unità organica. La trascrizione riportata in ciascuna scheda vuole quindi essere principalmente di supporto all’ascolto del brano documentato.

I documenti orali raccolti presentano una molteplicità linguistica: italiano, ladino, mòcheno, cimbro, tedesco e i vari dialetti locali. Il registro linguistico, nella maggioranza dei casi non è unico, ma è il risultato di una commistione tra lingue, oppure tra lingua e dialetto. È stato valutato quindi sia a livello di brano, che di strofa, che di verso il registro linguistico da adottare nella trascrizione di ogni singolo termine. I termini dialettali sono stati trascritti utilizzando un’alfabeto fonetico semplificato secondo la grafia italiana. Di seguito elenchiamo le regole di trascrizione:
é    indica la vocale anteriore non arrotondata chiusa
è    indica la vocale anteriore non arrotondata aperta
ó    indica la vocale posteriore arrotondata chiusa
ò    indica la vocale posteriore arrotondata aperta
ö    indica la vocale anteriore arrotondata del francese peu (poco) e peur (paura), di cui non viene contraddistinta l’apertura o la chiusura
ü    indica la vocale anteriore arrotondata del francese mur (muro)
s    in posizione intervocalica indica la consonante fricativa alveolare sonora dell’italiano casa
ss    in posizione intervocalica indica la consonante fricativa alveolare sorda dell’italiano sera
c    in fine di parola indica la consonante affricata prepalatale sorda dell’italiano cena
ch    in fine di parola indica la consonante occlusiva velare sorda dell’italiano casa
s-c    le due consonanti vanno pronunciate separatamente e non, come nella grafia italiana, come la consonante fricativa prepalatale sorda di scena
j    indica la consonante fricativa prepalatale sonora del francese garage
gl    in fine di parola indica la consonante laterale palatale che in italiano viene trascritta con gl come paglia
gn    in fine di parola indica la consonante nasale palatale dell’italiano segno

Oltre a [e] e [o] toniche, accentate in tutti i casi, sono accentate [a], [i] e [u] nelle parole plurisillabe tronche e sdrucciole, non nelle parole piane.

– campo SCHEMA METRICO
Per definire correttamente lo schema metrico di un canto è necessario considerare che il testo è stato composto per essere cantato; per questo motivo non è raro incontrare ripetizioni funzionali esclusivamente alle esigenze musicali. Nel definire lo schema metrico tali ripetizioni non sono state considerate.
Spesso ci si trova di fronte a irregolarità metriche (sillabe in eccesso o in difetto) che vengono però facilmente rimosse o integrate nel corso dell’esecuzione.

Qualora il testo trascritto risulti riconducibile a un modello metrico di uso letterario, abbiamo indicato con lettera maiuscola i versi piani, sdruccioli o bisdruccioli; e con lettera minuscola i versi tronchi. Le rime vengono indicate con lettere uguali, mentre i versi ripetuti vengono indicati con lettere uguale poste tra parentesi tonde. Un numero arabo indica il computo sillabico (es.: 5 per un verso quinario, 7 per un settenario).
Nel caso particolare del canto narrativo, basato sul verso comunemente indicato come epico-lirico, abbiamo indicato con il simbolo [P] l’emistichio piano e con [t] l’emistichio tronco, senza dare conto del computo sillabico.
Gli inserimenti sillabici nonsense che non influiscono sulla struttura metrica vengono segnalati con il simbolo (ins.).
I ritornelli vengono segnalati dal simbolo (rit.).

– campo INTEGRITÀ
Si considera integro il documento che presenti una minima unità significativa, come ad esempio una strofa o una frase musicale. Al contrario l’integrità di un documento viene a mancare quando, ad esempio, gli informatori interrompono e sospendono l’esecuzione di una strofa o di una frase musicale prima della sua conclusione. Diverse versioni di uno stesso canto possono essere considerate integre, pur presentando un diverso numero di strofe. Il canto di tradizione orale non si basa infatti su moduli rigidi e fissati per iscritto, ma su varianti che derivano dai diversi contesti di apprendimento e/o da modifiche apportate dagli esecutori.

Nella sezione RILEVAZIONE:

– campo IN FUNZIONE
In questo campo abbiamo indicato se l’esecuzione a cui la scheda fa riferimento è avvenuta su esplicita richiesta da parte del ricercatore (ad esempio nel corso di un incontro concordato, svoltosi a casa dell’informatore), o nell’ambito di un evento il cui svolgimento è indipendente dalla presenza o meno del ricercatore (ad esempio durante un carnevale, una festa, una messa).

– campo INFORMATORI
Gli informatori sono le persone che hanno eseguito i brani documentati. Qualora questi documenti siano già stati pubblicati in precedenti edizioni a stampa, vengono riportati i relativi nomi e dati anagrafici. In caso contrario vengono criptati in ottemperanza alle disposizioni di legge.